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PREFERITO DELL'ESTATE..


Beh si sà, in estate si legge meno, ecco svelato il segreto della mia assenza, ho letto meno e mi sono goduta l' estate che tanto adoro..

Ho letto comunque eh! ma molto meno..

Vorrei parlarvi del libro che ho adorato immensamente quest'estate e che ha meritato a pieni voti la vittoria del Premio Campiello 2018.

Mangiare è il gesto più normale che

l' essere umano compie ogni giorno, più volte al giorno. Per le assaggiatrici di Hitler non era cosi, ogni boccone era un pasto amaro, era paura di morire, paura di non riuscire a vedere l' alba del giorno dopo, paura di non vedere il sole sorgere e salire su quel Bus che ogni mattina in netto orario le portava nel covo dove erano animali in gabbia al servizio di un uomo che non meritava la gratitudine di nessuno.

"La prima volta in cui Rosa Sauer entra nella stanza in cui dovrà consumare i suoi prossimi pasti è affamata. “Da anni avevamo fame e paura,” dice. Siamo nell’autunno del 1943, a Gross-Partsch, un villaggio molto vicino alla Tana del Lupo, il nascondiglio di Hitler. Ha ventisei anni, Rosa, ed è arrivata da Berlino una settimana prima, ospite dei genitori di suo marito Gregor, che combatte sul fronte russo. Le SS posano sotto ai suoi occhi un piatto squisito: “mangiate” dicono, e la fame ha la meglio sulla paura, la paura stessa diventa fame. Dopo aver terminato il pasto, però, lei e le altre assaggiatrici devono restare per un’ora sotto osservazione in caserma, cavie di cui le ss studiano le reazioni per accertarsi che il cibo da servire a Hitler non sia avvelenato..."

Mentre leggevo senza sosta questo libro avevo molte volte negli occhi le lacrime, a tratti lo stupore di chi quel periodo storico può solo minimamente immaginarlo, libri come questo ti aprono orizzonti diversi, ti rendono persone migliori..

La scrittrice Rosella Postorino è riuscita con una scritta fluida, semplice e armoniosa a rendere la storia di Rosa la storia di tutte le donne che hanno lottato con dolore e dignità questa mattanza ingiusta..

"Fra i nostri corpi c’era una sorta di fratellanza, come se avessimo giocato insieme da piccoli. Come se a otto anni ci fossimo morsi a vicenda il polso per lasciare inciso un “orologio”, il marchio delle arcate dentali che luccicava di saliva. Come se avessimo dormito nella stessa culla, tanto da credere che l’alito caldo dell’altro fosse l’odore stesso del mondo."

 

Grazie

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Veronica

Leggere un libro non è uscire dal mondo, ma entrare nel mondo attraverso un altro ingresso.
(Fabrizio Caramagna)

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